Vita da ospedale

La mia compagna di stanza

* Condividevo la stanza con una ragazza filippina di 28 anni che non parla molto bene l’italiano, in qualche modo però ci si riusciva ad intenderci.
Una sera, tornata in camera dopo la consueta passeggiatina in corridoio e qualche telefonata, mi ha accolto con un (e scusate la poca finezza):

“mi brucia-mi brucia-mi brucia-mi brucia”
“Suona il campanello”
“Nooooo. Mi vergogno”

Sì. Si vergognava perché di turno non c’era un’ostetrica ma…. L’ostetrico-uomo!
“Ma non ti devi vergognare. Ci sono anche i dottori maschi… Chiama!”
“Nonononononono. Mi vergogno. GUARDA TU”

“……”
Ecco. Immaginatemi. Anche perché tra l’imperativo categorico “guarda tu” e lo spogliarello è passato un secondo. Un secondo in cui non ho neanche fatto in tempo a rendermi conto della situazione.
Per fortuna, dopo una buona mezzora, sono riuscita a convincerla a chiamare l’ostetrico. Appena ha suonato il campanello mi rivolge un altro imperativo categorico: “Parla tu!”.

Tra guardare e parlare… preferisco parlare!
 
* La mia compagna era stata ricoverata per dei calcoli al fegato; in più mi aveva detto che per quasi una settimana non aveva potuto mangiare ed era andata avanti a flebo.
Al mio arrivo aveva avuto l’ok per cibi solidi ma assolutamente tutti sconditi. Mangiava sempre riso in bianco e carne ai ferri/pesce.
Una sera, mangiando una pera, mi dice: “Eh, però più buona con sale!”

E via, una manciata di sale sopra la pera.

Poi, ogni giorno, puntualmente, mi confessava la sua voglia di mangiare da Mc Donalds e di bere coca cola…
Ma tesoro mio, hai appena avuto i calcoli?!?!?
Ha tanto insistito che il marito le ha portato in ospedale i chicken mcnuggets…
Due giorni dopo, la becco in orario di visita che si mangia un bel cordon blue e la sera, a cena, fa il bis…

Ma ‘sti benedetti calcoli?
Bah.
Il problema è che poi rompeva le scatole a me se dopo cena mi mangiavo il dolcetto cioccolatoso. Tant’è che ad un certo punto le ho proprio detto: “Ah bbbella!Mica li ho avuti io i calcoli! E se dopo il cordon blue mi svegli per il mal di pancia, guarda che faccio la spia!”

 

Le ostetriche

Devo dire che la maggior parte delle ostetriche sono molto gentili. Quelle gentili sono le più giovani e quelle in cui vedi la passione che mettono nel lavoro che fanno. In particolare avevamo l’OstetricaBuona… la mitica Daniela!
Ma c’era anche l’OstetricaVogliaDiLavorareSaltamiAddosso.
La prima volta che la vedo, mi becca che sto mangiando 1, dico UNO di numero di biscotto.

“E non va bene. Poi ingrassa e non smaltisce più i chili che ha preso”
“…”

 Subito dopo, la classica domanda:
“Li sente muovere?”
“Si”
“Li distingue?”
“Veramente, no”
“Male! Dovrebbe distinguerli!”

Io sono stufa di questa storia.
Non li distinguo perché sono molto intrecciati tra di loro, va bene?
Anche i medici durante l’ecografia mi danno ragione!
E visto che anche tu OstetricaVogliaDiLavorareSaltamiAddosso fai una fatica immane a trovare i due cuoricini per il monitoraggio, perché pretendi da me cose impossibili?

Ma soprattutto: perché mi mandi in paranoia?

 

 

 

Comments

  1. utente anonimo says:

    x la filippina: son poi arrivati i pompieri?

    Non fraintendere, nessun doppio senso, intendo proprio i vigili del fuoco… ecco, dovevo chiamarli cosi’, oddio, oramai l’ho scritto e mi ha fatto cosi’ ridere che te lo lascio scritto! :D

    Ciaoooo

  2. terribili le donne che ti fanno osservazione se mangi il biscottino o lo snack, se sono ostetriche ancora peggio…dico, non lo sanno che due gemelli nella pancia ti fanno venire una fame boia? io avevo una collega così, che mi faceva quelle stesse osservazioni se mi vedeva mangiare i crackers già di prima mattina…

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