Di maternità, sogni, fatica, passioni, coraggio e….

E’ un periodo introspettivo.
Scrivo poco (sul blog), rifletto molto e mi guardo dentro cercando di andare alla radice di certi pensieri, di certi atteggiamenti.
Sto cercando di capirmi un po’ di più.
Perchè, diciamocelo e ripetiamocelo, la maternità non è sempre facile: scava dentro te stessa, ti mette alla prova, ti fa sperimentare limiti e confini che pensavi invalicabili, ti mette in discussione.
Non solo: ti fa correre un grande rischio, quello di perdere di vista te stessa e la coppia da cui tutto è generato.
Bisogna impegnarsi, e a fondo, perchè questo non avvenga.
Dal lunedì al venerdì corro, corro, corro e sto poco tempo con i bambini. Poi arriva il week end, tutto da dedicare a loro, alla famiglia.
L’equazione nella mia testa è questa: durante la settimana me li godo poco, quindi tutto il mio tempo libero extra lavoro deve essere per loro.
E io? E noi?
Qualche tempo fa mia mamma mi disse più o meno questa cosa (mamma, lo so che leggi in incognito: per favore non prendertela se ti tiro in ballo): “Mi piaceva leggere. Sono riuscita a leggere fino  a quando c’era solo tuo fratello, poi quando sei arrivata tu… due figli, la casa grande, il lavoro, papà malato…. ho smesso”.
Io non voglio questo.
Io non voglio dimenticare me stessa: dimenticare chi sono, cosa mi piace, le mie passioni.
Non voglio dimenticare chi siamo noi-coppia: le nostre risate, le chiacchiere, quello che ci piace fare insieme.
Non voglio sacrificare tutto.
Egoismo?
Non credo. O forse lo è, ma qualcuno mi ha detto che quella parte fatta dalle nostre passioni, dai nostri sogni, dalle nostre aspirazioni sarà anche la parte più importante che trasmetteremo ai nostri figli.
Solo che non è facile, è faticoso.
Perchè combatti con i sensi di colpa, con le aspettative degli altri o semplicemente con le aspettative che tu stessa hai su di te.
Perchè gli occhi e le voci degli altri possono ferire.
Perchè quegli altri sembrano sempre più bravi, più pazienti, più organizzati più “tutto” di te.
Perchè ti senti un equilibrista sempre in procinto di cadere.

“Sì, vorrei tessere l’elogio della madre mediocre. Quella che, se li desidera, i figli li fa, ma non si immola. (…) Quella che prova a tenersi stretti lavoro e ambizioni (…). Quella che trova il coraggio di separarsi, se l’infelicità è troppo grande, e magari poi sa usare il suo coraggio per crescere il figlio nell’amore e nel rispetto di suo padre. Quella che magari, difendendo i suoi spazi di libertà e di espressione, riesce a rispettare gli spazi del figlio. Quella che si autorizza a sognarsi, perchè i figli non interrompono i sogni, e così forse saprà sognare anche il futuro di suo figlio, un futuro che lo porterà fuori dal suo abbraccio”.
(Elogio di una donna normale – Irene Bernardini)

Comments

  1. Bellissima riflessione.
    Vorrei dirti tante cose, ma sono troppo stanca, quindi tornerò con calma, magari quando le stesse cose, anche se in modo diverso, te le avranno giù dette. Ora però vorrei dirti una cosa: no, non farti venire i sensi di colpa (anche tua madre te lo dirà): ché non si tratta di egoismo, o di trasmettere le passioni, ma di avere chiari i propri ruoli, e di saperli usare flessibilmente ed in modo chiaro. E questo per i figli è un toccasana, perché rappresenta un radice solida, stabile, e che li renderà liberi.
    A presto, per spiegarmi meglio.

    Ondaluna

  2. utente anonimo says:

    La mia silvia è sempre più grande e io faccio fatica a seguirla in tutti gli affanni e a scambiare qualche chiacchiera e qualche sorriso in più.che magari non chetano i sensi di colpa ma forse ti farebbero vivere un po di più questi 30 anni…con un marito…e 2 bimbi. Trentenne…sposata…e mamma,tre persone in una in effetti.notte,bri

  3. Non sentirti in colpa, anche io lo faccio quando mamme molto apprensive mi guardano con gli occhi fuori dalle orbite perchè lavoro e ho tre gemelli! Purtroppo ho perso il treno della carriera, ma mi piace essere indipendente e lavorare. E mi piace anche che i miei figli lo siano (indipendenti) e così anche se vanno all'asilo e la mamma la vedono solo il pomeriggio, hanno il tempo di qualità e di gioco sereno sapendo di essere me stessa e felice.
    Per quanto riguarda la coppia e il tempo per me stessa purtroppo si fa a spanne…. come ci viene: avolte abbiamo tempo di parlare, a volte ci parliamo tra una richesta e l'altra dei bimbi, a volte ci addormentiamo senza esserci detti le ns. cose…. come viene viene. Nessuno ha la bacchetta amgica e credo poco alle mamme perfette…. UN bacio e tirati su

  4. Silvia, come l'hai scritto e descritto bene! non sentirti in colpa, è giusto e sano anche per loro che tu sappia e possa ritagliarti momenti e spazi per sogni e progetti. Sei una brava mamma, e se le altre parti di te hanno bisogno di più spazio, lasciaglielo, sono certa che riuscirai a rimodulare tempi e modi per stare con i pupi. un abbraccio forte e solidale silvietta

  5. utente anonimo says:

    semplicemente da pelle d'oca quello che hai scritto…perchè? perchè mi ci ritrovo tantissimo…e perchè troppo spesso ank'io me ne dimentico..
    Ti voglio bene, amica mia!
    collega-amica S.

  6. @Ondaluna grazie… E se riuscirai a tornarci sopra, ti aspetto, perchè le tue parole sono spesso illuminanti ed "esperte"…
    @Bri mi fai commuovere… e sai che io ti sento sempre vicina, nonostante ci si veda e senta poco…

  7. @trimamma: intanto benvenuta! Tre gemelli??? Ora vengo subito a dare un'occhiata al tuo blog!
    @Silvietta: mi fai arrossire… detto da te, che mi sembri così equlibrata, mi rincuora e mi fa pensare di potercela fare…
    @Collega-amica S.: a proposito di tempo per noi… pronta per la serata di mercoledì? ;-) Incrociamo le dita perchè Lori è malato!

  8. utente anonimo says:

    Io mi sento di continuo imperfetta per molto meno.. Non sono moglie, non sono madre.. Ma ti capisco!  C.
    p.s. ce la faremo a sentirci?

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