Di biciclette senza rotelle, conquiste e frustrazioni. Di crescita, insomma.

Venerdì 31 maggio Filippo, all’improvviso, ha cominciato ad andare in bici senza rotelle.
Non c’è neanche stato bisogno delle nostre corse con la mano sul seggiolino, la classica immagine che ti porti dentro dall’infanzia e che ti emoziona.
Si è sentito sicuro, ha dato due spinte ed è andato.
Attraverso quelle pedalate io vedevo un’altra piccola ma grande tappa di crescita, il superamento di un limite, un tentativo coraggioso di stare in equilibrio “sulle proprie gambe”, un passo in più verso l’autonomia.
Ero felice ed emozionata; volevo festeggiare con lui, saltare dalla gioia, fare un girotondo e una capriola.
E lo facevo (la capriola magari no), ma non come avrei voluto perché il fratello, Lorenzo, era frustrato e incazzato. Suo fratello era riuscito ad andare senza rotelle prima di lui. Una tragedia.
Allora Filippo ed io ci trovavamo in box, di nascosto, a fare i pazzi e i suoi occhi brillavano di felicità.
E’ un passaggio che ci si porta dentro, questo. Io mi ricordo ancora di quando mio papà ha tolto la mano dal mio sellino e ho pedalato da sola.
Festeggiavo (non come avrei voluto) e, nello stesso tempo, ero dispiaciuta per Lorenzo perché, per quanto ci provasse, non era ancora il suo momento.

Ecco.
Avere gemelli è anche questo. Avere a che fare simultaneamente con la gioia di uno e la frustrazione dell’altro.
Crescono, ma non con gli stessi tempi, gli stessi modi, le stesse tappe.
Ed è quasi scontato metterlo nero su bianco ma quando hai due bambini della stessa età non è così semplice razionalizzarlo (e accettarlo).

Di sera, ripensando a quanto successo, ho capito.
Quel giorno non era cresciuto solo Filippo.
Quel giorno era cresciuto anche Lorenzo perché le frustrazioni e le sconfitte fanno crescere tanto quanto le conquiste e, per quanto noi genitori (forse più le mamme che i papà?) vorremmo preservare i nostri figli da rabbia, delusioni, insuccessi, questi fanno parte della vita, di grandi e piccoli.
Allora forse conviene far i conti fin da piccoli con frustrazioni piccoli, per imparare e acquisire gli strumenti e la forza che, anche da grandi, li aiuteranno a reagire, rialzarsi e continuare a camminare.

Comments

  1. parole sante :-)

  2. A me è successo questo: all’improvviso sono partiti tutti e due, anche se Lorenzo è molto più sicuro di Leonardo. Ma so che non sarà sempre così.

  3. Mamma al quadrato says:

    La lettura della Bernardini…sta facendo bene anche a me!

    • Silvia says:

      Mi sta facendo decisamente bene.
      A volte mi sembra che trovi proprio le parole per esprimere concetti che ho in testa ma non riesco a razionalizzare, altre volte mi fa riflettere molto.

  4. Non deve essere facile trovare questo continuo equilibrio di emozioni, sei una grande.

  5. valewanda says:

    sai che ti capisco tanto vero? Qui ad ogni tappa ci si passa, e sempre con lo stesso gemello. Dovrò imparare, per prima io, ad accettae la diversità e a farmene una ragione…. baci

  6. ognuno ha i suoi tempi, ognuno è diverso, anche se con i gemelli tutto è amplificato.
    Dì a Lorenzo che Sofia ha imparato da poco ad andare in bici da sola, e ha 6 anni! magari non gliene frega niente, ma magari può fargli bene, giusto quei due secondi. ;-)

    baci

Replica al commento si Mamma al quadrato Cancella la replica

*