Una casa in campagna, tra vigne, verde e silenzio.
Solo una giornata di sole, che ci siamo goduti a Trieste, tra giochi, Castello di Miramare, corse e avventure in una barca di legno ancorata.
E poi pioggia, pioggia e ancora pioggia ma, armati di mantellina e stivaletti, abbiamo comunque esplorato la campagna circostante, colto fiori, ammirato lombrichi, combattuto con bastoni spade. E siamo ritornati a Trieste, ci siamo bagnati saltando nelle pozzanghere in Piazza Unità d’Italia, abbiamo mangiato carne da Pepi e salutato nuovamente il mare.
Tornati a casa, la vacanza è continuata tra giri in bici e in moto, scivoli, pizze al trancio e gelati.
E poi Pasqua, passata in montagna con nonni e cuginetta, nel vento e nella spensieratezza.
Quanta magia ci può essere in una corsa sul prato e in una scivolata sull’erba?
Ritornare un po’ bambini, lasciare che la fantasia, l’entusiasmo e lo stupore pervadano la nostra quotidiniatà, avere occhi pronti al pianto e alla gioia, sapersi affidare…
Se solo riuscissimo a tornare bambini un po’ più spesso…
A volte ultimamente mi stupisco del comune sentire… Mi rispecchio tantissimo nelle tue parole…